La Cantina di Santadi nasce nel
1960 per volontà di un gruppo di produttori di uva, coordinati dall’ETFAS,
ossia l’Ente per la trasformazione fondiaria e agraria in Sardegna, con
l’intento di trasformare le uve in forma associata e vendere il vino ottenuto.
L’ubicazione è a Santadi, zona
sud-occidentale della Sardegna, nel cuore del Sulcis. Sino agli anni ’80
l’attività è limitata alla produzione e vendita di vino sfuso, con timide
iniziative di vendita di vino imbottigliato, con scarsi risultati. A metà anni Settanta,
con l’arrivo di un nuovo consiglio di amministrazione, capeggiato dall’attuale
presidente Antonello Pilloni, avviene la svolta. Il nuovo gruppo dirigente è
animato da grande entusiasmo e passione e, chiamato, in qualità di consulente,
l’enologo di fama internazionale Giacomo Tachis, che prende a cuore le sorti
della Cantina Santadi, si affeziona al territorio, e con il suo intervento i
vini della Cantina di Santadi fanno un salto di qualità, tanto da essere
immediatamente accettati nei mercati più importanti, con riconoscimenti di
grande qualità e forte identità.
Da allora ad oggi è stato un continuo
crescendo, il marchio dei vini Santadi è sempre più diffuso ed apprezzato in
tutto il mondo, il cui successo è sicuramente dovuto alla squadra, ovvero i
produttori, gli amministratori, i commerciali, i collaboratori e le maestranze
tutte, che rappresentano per il territorio un patrimonio di grandi
professionalità. Sempre con l’obiettivo di produrre vini di maggior qualità
viene costruito un moderno e funzionale laboratorio per le analisi, vengono
implementati il reparto vinificazione, la sala barriques, il magazzino per il
confezionato e vengono aggiunte una serie di vasche in cemento. Non viene mai
dimenticato il rispetto e la tutela dell’ambiente e quest’ultima trance di
lavori include un impianto fotovoltaico e un moderno depuratore.
Oggi vi presentiamo Carignano Del Sulcis DOC Riserva la combinazione di suoli sabbiosi e argillosi, poveri di sostanze organiche e del clima Caldo-arido in estate e temperato d’inverno rendono questo vino emblema di questo territorio straordinario. Terminata la fermentazione malolattica in acciaio, il vino viene travasato in piccoli fusti di rovere francese di I° e II° passaggio a grana fine per un periodo di 10-12 mesi, durante il quale subisce un’evoluzione in termini biochimici, chimico-fisici ed organolettici. Successivamente il contatto con il vetro di alcuni mesi permette uno sviluppo precoce del bouquet. Colore rubino molto intenso, quasi impenetrabile. Profumo con marcate note fruttate di more, mirtilli, vaniglia, mirto, cuoio e liquirizia. Dal gusto ampio e vellutato, di grande struttura e persistenza aromatica, è un vino di corpo adatto alle grandi occasioni.