In un recente studio presentato nell’ultimo congresso dell’Organizzazione Mondiale della Vigna e del Vino a Sofia, in Bulgaria, il Prof. Douglas Andre Wurz dell’Università brasiliana di Santa Catarina ha confermato che la donna ha un olfatto più sensibile dell’uomo nella percezione degli aromi di un vino.
Il bulbo olfattivo delle donne possiede un maggiore numero di cellule e questo fenomeno ha le sue radici nell’adeguamento evolutivo affrontato dal genere femminile nel corso dei secoli.
Un campione costituito da due gruppi distinti di 25 uomini e donne tra i 21 e i 65 anni di età è stato ulteriormente suddiviso in gruppi da 10, a cui sono stati sottoposti 20 aromi.
Dal campione è emerso che gli individui di sesso femminile hanno riconosciuto molti più aromi rispetto ai colleghi di sesso maschile:
- l’80,6 % delle donne ha percepito maggiormente gli aromi speziati, a seguire gli aromi floreali con il 50%;
- il 58,4% degli uomini ha identificato gli aromi speziati ed un 38,2% del campione maschile ha rilevato gli aromi erbacei.
Per entrambi i sessi è stato facile riconoscere un difetto molto diffuso: lo spunto di aceto.
L’esperimento ha rilevato inoltre che gli aromi burrosi sono stati i meno riconosciuti dalle donne così come per gli uomini gli aromi floreali.
Il successo dei vini aromatici può essere in parte ricondotto all’influenza del gusto femminile nella scelta di questi vini. Gli aromi floreali, dei quali i vini aromatici sono ricchi, vengono percepiti maggiormente e quindi apprezzati dalle donne. La ricerca del Prof. Douglas spiega perché vini affinati in botti di legno siano molto graditi dal pubblico maschile a causa dei loro sentori burrosi.
Ritengo che per promuovere e divulgare il vino italiano sia fondamentale conoscere i consumatori finali e, alla luce di quanto appena emerso, tenere conto delle differenze percettive delle consumatrici che stanno diventando sempre più importanti nella decisione d’acquisto del vino soprattutto in paesi terzi quali Cina e Giappone.